Bauxite La
Bauxite
deve il suo nome a "Le Baux de Provence", la località
francese nei Pirenei in cui fu trovata poco più di cento anni fa.
È una roccia con un colore che va dal rosso bruno al giallo. È
costituita principalmente dai minerali Gibbsite e Boehmite, uniti ad altri
idrossidi di alluminio, sostanze amorfe e prodotti argillosi, che conferiscono
le varie colorazioni. Infatti, la Bauxite pura è di colore bianco.
È il minerale più importante per la produzione industriale
dell'alluminio e nel quale se ne trova la maggior concentrazione (65/85%),
se si esclude il Corindone
(o Rubino) da cui, però, non è possibile ricavare il metallo
mediante i normali processi produttivi, a causa dell'elevata refrattarietà
e dell'alta temperatura di fusione richiesta da questo minerale. |
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Come si diceva, in natura l’alluminio
è presente inoltre in qualità di ossido
come Corindone; il Corindone può essere rosso (var. Rubino), blu
(var. Zaffiro), arancio (var. Padparadshah), bianco, giallo, bruno, grigio;
sono possibili sfumature di viola, verde e rosa. I maggiori giacimenti di Bauxite si
trovano nelle aree tropicali e subtropicali come Australia, Guinea, Giamaica,
Guyana inglese, India ma anche negli USA, in Russia, in Ungheria e nella
ex-Jugoslavia. In Italia si hanno giacimenti di modeste dimensioni nel
Gargano e nelle Murge (Puglia), nel Matese (Basilicata) e nella Marsica
(Abruzzo). Come si può vedere dal grafico, il rapporto
alluminio-bauxite è di circa 1:4; in altri termini, l’alluminio
equivale a circa un quarto della bauxite estratta. Inoltre, se è
relativamente semplice estrarre la bauxite dal suolo, è tutt’altro
che semplice trasformarla in alluminio. È necessario infatti un
complesso processo
chimico per passare dalla bauxite, ridotta in polvere e miscelata
con soda caustica, all’allumina o ossido di alluminio, una polvere
bianca simile al sale; in un secondo momento, separando quest’ultima
dall’ossigeno con un processo
elettrolitico si otterrà finalmente l’alluminio.
In questa fase si consuma una notevole quantità di energia elettrica,
esattamente tra i 14 e i 17 kwh per chilogrammo.
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